Un modello innovativo di business in agricoltura sociale e funzionale per l’implementazione di modelli di imprese agricole sociali
“Quello di oggi non rappresenta un punto di arrivo ma un punto di partenza del progetto Agri Social Network, ci auguriamo che il lavoro fin qui svolto dal Gruppo Operativo faccia da apripista ad una seconda fase altrettanto positiva per la diffusione e il consolidamento dell’agricoltura sociale”. Lorenzo Mariani, Presidente del Gruppo Operativo Agri Social Network e Segretario Regionale di Confcooperative apre così i lavori del convegno “Prototipizzazione di modelli innovativi di business in agricoltura, attraverso una rete di cooperazione tra il mondo agricolo, sociale ed istituzionale” atto conclusivo del progetto Agri Social Network che si è svolto lunedì 27 marzo nel Dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e ambientali (DSA3) dell’Università di Perugia. Durante il convegno sono stati illustrati i risultati del progetto, che ha visto Confcooperative e Legacoop nel ruolo di promotori e il DSA3 in veste di responsabile scientifico, impegnati nel percorso di sperimentazione in materia di agricoltura sociale, grazie ai fondi del PSR.
Un progetto presentato a Marzo del 2021 che ha visto coinvolte 20 cooperative sociali, 6 aziende agricole, 5 centri di ricerca, 3 associazioni e uno studio professionale.
Ai saluti dei tre Direttori dei tre Dipartimenti dell’Università di Perugia coinvolti nel progetto, Gaetano Martino, direttore DSA3, Massimiliano Marianelli, direttore FISSUF, Giorgio Edoardo Montanari, direttore Dipartimento di Scienze Politiche, ha fatto seguito l’intervento di apertura dell’assessore regionale alle Politiche Agricole e Agroalimentari Roberto Morroni, che nel descrivere il disegno di legge in materia di agricoltura sociale evidenzia che “La disciplina non si limita a un’armonizzazione con la normativa nazionale ma rafforza la funzione sociale svolta dall’agricoltura rendendo protagoniste le aziende del settore che coniugano le proprie funzioni produttive con lo svolgimento di attività di carattere sociale”.
Le ricercatrici dell’Ateneo di Perugia, Biancamaria Torquati e Chiara Paffarini del DSA3, Fiorella Giacalone, Chiara Petrocchi e Alessia Fiorillo del Dipartimento di Scienze Politiche, Chiara Pazzagli e Maria Luisa Giuliani del FISSUF, hanno esposto i principali risultati della ricerca inerenti il contributo delle fattorie sociali all’innovazione in agricoltura, le reti di cooperazione tra mondo agricolo, sociale e istituzionale, l’importanza della valutazione nei percorsi di agricoltura sociale.
“Il marchio di Agri Social Network ed il disciplinare che ne regola l’adozione è stato pensato per stabilire dei requisiti d’ingresso sia obbligatori che facoltativi, per rendere il protocollo il più inclusivo possibile, permettendone l’impiego ai soggetti imprenditoriali più variegati per competenze e dimensioni” ha affermato Enrico Libera, Vice Presidente di Agri Social Network e Project Developer ARIS Formazione.
Al convegno e al conseguente dibattito, moderato da Marco Romanelli, sono inoltre intervenuti Carlo Di Somma, Presidente Regionale di Confcooperative, Andrea Bernardoni, Presidente Regionale di Legacoop Sociale, Roberta Veltrini, Presidente Regionale Federsolidarietà Confcooperative, Andrea Radicchi, Responsabile dipartimento Legacoop Agroalimentare Umbria, Fabio Rossi, Presidente regionale di Confagricoltura, Francesco Panella, Delegato Regionale Coldiretti Giovani Impresa, Matteo Bartolini, Vice presidente nazionale di Cia, Giulia Granai, Dipartimento di Scienze Veterinarie UniPI, Lorenzo Sazzini, Sviluppo rurale e agricoltura sociale Legacoop, Diego Dutto, Legacoop Sociali e Giovanpaolo Gaudino, Confcooperative Federsolidarietà oltre agli interventi in video di Sara Guidelli, Direttore Nazionale Legacoop Agroalimentare e Vito Domenico Sciancalepore, Direttore Fedagripesca Confcooperative.
In chiusura le conclusioni del Direttore del Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università di Pisa Francesco Di Iacovo sulle prospettive dell’agricoltura sociale: “Non ci si può riferire ad un nuovo modello di business facendo sempre riferimento a quelle che sono le attuali normative dei diversi settori in quali si muove l’agricoltura sociale. L’innovazione promossa da progetti come Agri Social Network richiede che anche a livello politico/amministrativo si faccia un ulteriore step per comprendere le necessità e le possibilità che questo settore muove.”